È successo che li ho inseguiti. Una calda sera di inzio estate. Lei aveva appena finito uno spettacolo memorabile al Piccolo di Milano. Cantava per trans, gay, etero, lesbiche, bisex e chi era venuto a sentirla. Io ero lì per lavoro, con Irene Bonino che scattava con la sua nuova diavoleria digitale. Poi, un po’ di soppiatto, siamo andati all’ingresso camerini, come i fan, gli irriducibili. Lei è uscita con un paio di occhiali viola, leggermente afona, ma con l’aria tronfia di quella che gliel’aveva fatto vedere quanto valeva a chi diceva”è vecchia, è finita”. Lui era la sua ombra, da 30 anni, sempre dietro le quinte, la preparava ai balletti, alla scena. La calmava, anche, quando dava fuori di matto(vedi Miss Italia 2007). Pianificava per lei impegni, ospitate, contatti con i fan. Palco, casa, vita. “Gianni, una domanda, le va? «Domani, chiamami domani, che ti raccontiamo della turnée» . Uscendo, dopo la performance, si sono incamminati in via Mercato. Noi dietro. Volevamo vedere dove andavano a mangiare. Un po’ morbosi, con quella macchina fotografica sempre accesa. Decisero per il Topkapi. Noi ci siamo fermati lì.
Ciao